Enneatipo 1

Tipo Uno: il Perfezionista

tabella enneatipo 1

Saldo, sicuro di sé, onesto e sincero. La sua caratteristica peculiare è quella di essere critico sempre e comunque verso se stesso e verso gli altri, puntiglioso e insofferente verso ogni tipo di imperfezione. Il suo sogno è quello di un mondo pieno di onestà, verità, giustizia, moralità e, a volte, perfezione al quale vuole assolutamente contribuire cominciando da se stesso. La sua visione in tal senso è quasi sempre chiara al punto da indicare continuamente agli altri la strada che dovrebbero intraprendere, soffrendo in conseguenza al non adeguamento dell’altrui condotta.

Tende a pensare di essere sempre dalla parte della ragione cercando di convincere il prossimo delle sue stesse convinzioni. In ogni situazione valuta sempre ciò che c’è di giusto e ciò che vi è di sbagliato, soppesando e giudicando ogni aspetto. È sempre intento a far confronti di ogni tipo, valuta, giudica, critica. È eccessivamente pignolo. Mentre è intento a giudicare il prossimo si prodiga per essere, secondo il suo stesso metro di giudizio, al di sopra della critica degli altri  cosa che lo preoccupa fino, talvolta, all’esasperazione. Ama la perfezione in ogni cosa che lo circonda e quindi ama l’ordine, polizia, la puntualità, la chiarezza e detesta l’ambiguità, l’omissione e l’approssimazione. La sua ossessione è quella di fare molto e bene. Ha un forte e indiscutibile senso del dovere. Ama dare consigli mostrandosi contemporaneamente competente. Sotto stress diventa intollerante, reattivo compulsivo, vendicativo punitivo. Quando è integrato diventa molto ragionevole, saggio, preparato, sagace, prendendo talvolta l’aspetto e la natura dell’eroe onesto e giusto. La sua modalità comunicativa e di tipo accusatoria, indicatoria e del suo linguaggio utilizza spesso verbalizzazione del tipo “bisogna”, “si deve”. La modalità comunicativa che lo stimola è tipica delle persone forti e competenti, cioè quella indicatoria e logica, prediligendo i dati precisi e i dettagli. Accetta la critica purché sia costruttiva.

Sono soggetti ad acne, dermatiti, vitiligine, miopia, presbiopia, maculopatie, miopatie, miocardiopatie, nevralgia del trigemino, cervicalgie, ipersudorazione, riniti su base allergica. Costellazione ossessiva.

 

  • Passione: Ira
  • Comportamento compulsivo: Ipercontrollo
  • Fissazione cognitiva: Perfezionismo

Non sarò mai abbastanza bravo o non sarò mai all’altezza”. “La mia paura è quella di essere cattivo, difettoso, corrotto”. Da queste credenze ne deriva un’altra: “esisto per ripristinare ciò che è bene”; c’è un solo modo giusto di fare le cose e io so ciò che è giusto e ciò che è sbagliato”.

Pensiero compulsivo : “io sono nel giusto il più delle volte e il mondo sarebbe migliore se la gente ascoltasse quello che dico”.

 I meccanismi difesa che generalmente mette in atto sono: repressione, formazione reattiva, razionalizzazione,  spostamento.

La controingiunzione del perfezionista – Disconferma Interna: Se faccio un errore non sono OK.

Il perfezionista è convinto che se è meno che perfetto, secondo i suoi canoni o quelli degli altri, si deve sentire male. Inoltre, più cose conosce più è OK. Si sforza costantemente di migliorare se stesso finché un giorno, finalmente, sarà accettato. Egli usa grandi parole e frasi lunghe, copre tutte le basi, bilancia ogni positivo con un negativo, parla in modo ridondante. Le sue parole tipiche sono « naturalmente » « ovviamente» « io ritengo ».

I termini tipici impiegati del perfezionista sono: “Perfetto/inutile; pulito/sporco; lindo/disordinato; dovresti/non dovresti; naturalmente; come se; credere; certamente; depressione; esattamente; in realtà; precisamente; non è colpa mia; per me; personalmente”. Il tono di voce del perfezionista è misurato, accusatorio e cattedratico; l’espressione facciale è rigida, severa e accaldata; l’atteggiamento è simile a quello di un automa, rigido, duro e distaccato. Tra gli atteggiamenti verbali e somatici, vi sono la precisione, l’impiego di molti aggettivi e avverbi, la meticolosità, il senso di fastidio, il rifiuto di farsi interrompere, il suddividere in punti ed enumerare ciò che si sta dicendo, il prendersi il labbro inferiore fra pollice e indice (per evitare che escano delle parole prima che ciò che si vuole esprime sia perfetto), l’indicare a dito teso.

È desideroso che tutti  lo comprendano esattamente. Vuole anche essere sicuro di aver capito esattamente la vostra domanda. Il raggiungimento della perfezione è un genere di sabotaggio che porta la persona, che ne soffre, ad avere valori dominanti come una ricerca continua di evoluzione, di crescita, di realizzazione, accompagnati da un costante evitamento dell’insuccesso, dell’errore e dell’immobilismo. Ciò conduce inevitabilmente alla manipolazione degli altri correggendoli e insistendo affinché essi condividano il suo punto di vista, altrimenti esprime un’ira cordis silenziosa che costituisce il suo veleno. Da bambini hanno avuto le contro-ingiunzioni “sii buono, sii un bravo ragazzo” e soprattutto l’ingiunzione “non essere bambino”.

Essi hanno capito che i genitori si aspettavano molto da loro credendo così che il loro ruolo fosse quello di risolvere compiti di una certa importanza. Sotto questa spinta hanno imparato a prendersi sulle spalle queste aspettative con grande onestà. È possibile che il soggetto in questione abbia sperimentato nella vita un senso di sconnessione da una delle figure di accudimento, che potrebbe, ma non sempre, essere stato il padre, e avere la madre come figura stabile con la quale potersi identificare e dirigersi. Se anche la madre non ricoprisse il ruolo di figura protettiva, allora il soggetto in questione sentirebbe una sconnessione fondamentale. Ciò gli fa vivere un profondo senso di frustrazione che lo porta ad essere padre di se stesso diventando molto responsabile ed autonomo. A questo punto assume una serie di ruoli che reputa giusti per se stesso stabilendo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Ma così facendo, si sente colpevole di giudicare e, implicitamente, di condannare la propria figura protettiva. Per sfuggire al senso di colpa si costruisce un’identità che gli permette di vedersi come buono e responsabile, e gli altri come oziosi e deboli. Tale auto-giustificazione rimane la roccaforte dell’identità del perfezionista e la traccia emotiva che continuamente riemerge durante tutta la sua vita. Rabbia, risentimento e frustrazione diretti verso se stesso, per non essere in grado di vivere secondo i suoi ideali, e verso gli atri che vede pigri ed irresponsabili. Un pensiero che ossessiona il perfezionista è: perché io sto facendo tutto il lavoro e ne sono così responsabile, mentre gli altri stanno a crogiolarsi irresponsabilmente?  Votato in questa ricerca ossessiva della perfezione perde di vista tanti aspetti della realtà: il rilassarsi, il godersi la vita fino a diventare rigido, cronicamente irritato, dominatore, autoritario, esigente credendo di non sbagliare mai.

 

Il perfezionista è caratterizzato da un atteggiamento aristocratico e altezzoso. Il suo vanto non è quello di essere rispettabile e degno di ammirazione, quanto l’essere indispensabile, amato e osannato come una persona speciale. È facile che un tipo caratteriale del genere cada in stati ossessivi. Come è stato detto, la rabbia caratterizza questa tipologia di personalità. La manifestazione più specifica dell’esperienza emotiva dell’enneatipo 1 è la rabbia e il risentimento.

Se al perfezionista non gli vengono riconosciuti gli sforzi e il senso di responsabilità, di cui si fa carico, si sente frustrato e trattato ingiustamente.

In questo caso, la sua rabbia si fa più evidente, in quanto la ritiene giustificata e può assumere, dal sua punto di vista, la forma di una violenta e giusta indignazione. Essa si può manifestare anche come irritazione, rimprovero e odiosità. Tuttavia, questi sentimenti rimangono per lo più inespressi in quanto la distruttività di cui sono carichi contrasta con l’immagine di sé virtuosa. Un altro elemento che caratterizza il perfezionista è la rabbia inconscia, che si può manifestare come una sorta di critica esplicita e intellettuale nella caccia all’errore, oppure, che può generare un’impalpabile atmosfera che fa sentire gli altri maldestri o colpevoli. Eppure, le sue intenzioni sono sempre costruttive e caratterizzate dal desiderio di migliorare le cose.

Livello sano:

Sono coscienziosi, hanno un profondo senso della ragione e del torto e sono dotati da forti valori morali. Sono razionali, ragionevoli, sanno imporsi disciplina e moderazione. La verità e la giustizia sono i loro valori primari. Sono sempre desiderosi di essere imparziali, corretti, obiettivi e disposti a sublimare il loro io per un bene più grande. Al meglio delle loro possibilità divengono estremamente saggi, dotati di una straordinaria capacità di discernimento grazie alla quale sanno sempre cosa è giusta e cosa non lo è. Sono tolleranti nei riguardi degli altri poiché sono convinti che la verità si imporrà da sola.

Livello medio:

Sentono una specie di  noblesse oblige – pensano, cioè, che sia un loro compito personale migliorare tutto , divenendo dei riformatori, dei crociati, dei nobili idealisti. Si fanno promotori di cause, si preoccupano di lavorare in vista di un ideale che faccia progredire le cose come “dovrebbero”. Subentra in loro il timore di commettere qualche errore: tutto deve essere coerente con i loro ideali. Sono ordinati, puliti, metodici, ben organizzati, logici e dettagliati, sebbene rigidi, impersonali, privi di umorismo ed emozionalmente contratti. Tengono a freno i propri sentimenti e impulsi, facendone derivare una qualità asettica e depressa sotto il profilo sessuale. Sono pignoli, meticolosi, puntuali, e pedanti. Il pensiero è gerarchico e deduttivo , tendente a strutturare in dicotomie del tipo buono/cattivo, giusto/sbagliato. Sono critici verso se stessi e gli altri e sono inclini a giudicare. Sono impazienti e brontoloni.

Livello non sano:

Si credono sempre dalla parte della ragione, sono intolleranti, dogmatici, inflessibili. Essi solo conoscono la Verità e sentenziano continuamente. Nei loro giudizi sono molto severi; devono dimostrare che essi hanno sempre ragione e che gli altri hanno sempre torto. Ricorrono ai sofismi e alle razionalizzazioni per confermare la loro logica posizione. Si ossessionano per le malefatte degli altri, anche poi se possono fare lo stesso o di peggio. Se gli altri non fanno come dicono, essi assumono una ferocia sadica e disumana e fanno di tutto perché vengano condannati e puniti.

 

 

Il perfezionista  – ARSENICUM ALBUM INTEGRATO

 

COMPOSIZIONE: ARSENICUM ALBUM 180 LM; RAME-ORO-ARGENTO 4CH; GAMMA PROCA

AMBIENTE FLOREALE: WATER VIOLET, LARCH, ELM – 6 CH

INDICAZIONI:

ARSENICUM ALBUM  è un soggetto fragile, ben curato nell’aspetto ma molto preoccupato della propria salute e di quella dei familiari. Molto ansioso, si preoccupa di tutto ed ha una gran paura delle malattie e della morte.

Arsenicum perde gradatamente tutti i suoi meccanismi di difesa sicotica (sicosi infiammazione dei follicoli peliferi), per cui lascia emergere con sempre più forza il suo debole nucleo psorico. La sua infanzia è caratterizzata  dalla povertà degli stimoli ambientali. I suoi genitori, troppo interessati a salvaguardare i loro fragili equilibri personali, non possono essere realmente disponibili verso il piccolo. L’atmosfera in casa è molto tetra e poco varia (spesso si parla di malattie o di preoccupazioni): è frequente riscoprire nella storia di Arsenicum l’impronta indelebile della morte di persone care; morte vissuta in maniera traumatica e in tenera età. Il piccolo reagisce a questa situazione fuggendo e isolandosi in un suo piccolo mondo, fatto di poche cose ma sicure. Diventa così un tenace conservatore e tutore di queste poche cose. Il suo corpo porta scolpiti in sé i segni di una psora inadeguata: pallido, palpebre edematose, freddoloso (rabbrividisce appena viene spogliato), lineamenti delicati e un’espressione triste e preoccupata, comunque poco serena. Già da piccolissimo è seriamente preoccupato per la sua vita; piange disperatamente quando lo si lascia solo, riesce a dormire serenamente solo nel letto con i genitori. Tutto ciò lo porta ad adottare un comportamento poco socievole per cui si isola dal grande contesto, privilegiando pochi ma particolari rapporti. La sua conflittualità con il mondo è manifesta in gioventù (collerico, irritabile, anche se mai queste emozioni superano certi livelli) mentre diventa latente nell’adulto. Infatti, il suo sconfinato timore per ciò che gli può accadere, non gli permette di alzare troppo il livello di scontro. Da adulto preferisce garantirsi un suo spazio di vitalità, seppure piccolo e limitato. Anche Arsenicum ha, tuttavia, un suo mondo limbico che reclama, specie inizialmente, la chiusura alla percezione degli stimoli esterni assicurandogli  un certo controllo sulle sue pulsioni, ma ben presto tutto ciò diventa insufficiente. Il “limbo” di Arsenicum è pieno di rabbia e aggressività mai espresse: una rabbia verso la madre, angosciata dalla vita; un’aggressività verso i compagni di scuola che lo deridono per il suo aspetto malaticcio e per il suo atteggiamento poco disponibile; un’aggressività verso i capi e verso coloro che gli fanno vivere continuamente situazioni di ansia. Accentua i tratti ossessivi del carattere: minuzioso e attento ai dettagli (perdendo così la capacità di valutare la totalità e l’insieme), ordinato, scrupoloso. Se attraverso questi aspetti ossessivi Arsenicum esprime la sua aggressività repressa, con il corpo evidenzia il suo desiderio di ribellione (“il grido” asmatico o il “confine” eczematoso e psoriasico). In tutta la sua vita evidenzierà il conflitto tra la necessità di accettare una realtà “piccola” ed “insufficiente” e il bisogno di affermazione e valutazione.cibo-cubetti-003